Magia brasiliana, mescolanza di culti religiosi, tra macumba, santeria e candomble.
La magia Brasiliana è innanzi tutto un culto ma è anche una filosofia, è un’insieme di pratiche magiche, una mescolanza tra le divinità Yoruba e il cristianesimo come lo sono il Candomblé brasiliano, la santeria, la macumba e il Voodoo di Haiti, è riconosciuta da sempre come una religione, ma anche come un intrinseco sistema di pratiche magiche.
La magia brasiliana d’amore è una filosofia e per molti uno stile di vita, per la cultura cubana è anche un fondamento importante a cui tutte le giovani donne vengono iniziate. Nel XVI secolo gli spagnoli, osservando i loro rituali la definirono Santeria, il disprezzo che dimostravano per questa filosofia, derivava dalla loro stessa ignoranza perché non comprendevano la mera essenza di questa religione, e veniva cosi considerata un usanza primitiva o talvolta era vista come un’eccessiva venerazione di santi cattolici.
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Ad importare la magia brasiliana nel Nuovo Mondo sono state le navi cariche di migranti nigeriani dalla metà del cinquecento, il susseguirsi dei consistenti e continui flussi lungo la rotta atlantica aveva iniziato ad affollare le nuove terre di schiavi africani che arrivavano principalmente dal territorio Yoruba, tra la Nigeria e il Benin. Approdati nelle colonie, i nuovi venuti portavano con sé, non solo le usanze e le tradizioni ma anche le credenze religiose e con loro tutti i riti che facevano parte delle proprie origini. Le stesse credenze che nei decenni seguenti mescolandosi al cristianesimo, hanno dato vita alla Santeria cubana, al Vudù haitiano e, in Brasile, al Candomblé e alla Macumba, e quindi all’intricato e intrigante insieme della magia brasiliana tutta.
Magia Brasiliana, Santeria e Macumba: significati.
La magia brasiliana abbraccia come dicevamo una serie di concetti diversi ma figli di una stessa madre, mamma Africa. Con il termina macumba a noi tutti viene subito a mente la religione messa a disposizione dell’uomo, ovvero la magia. La macumba d’amore, per far tornare l’amato a casa, la macumba di morte contro i nemici e via dicendo. La componente magica nella macumba brasiliana è fortissima, e ciascuno può essere un sacerdote. La ripartizione tradizionale fra i culti afro-brasiliani considera il culto macumba specifico di Rio de Janeiro e lo definisce espressione sincretica di una tradizione religiosa angolana (bantu) arricchita di elementi locali.
Santeria, candomble brasiliano, umbanda, quibanda.
La santeria
Santeria secondo la scrittura spagnola nasce dalla fusione di teorie e di elementi tra la religione cattolica e la religione tradizionale Yoruba, praticata dagli schiavi africani e tutti i loro discendenti che in quell’epoca erano presenti a Cuba, in Brasile, a Porto Rico, nella Repubblica Dominicana, a Panama ma anche nei luoghi con presenze latinoamericane immigrate negli Stati Uniti, come per esempio in Florida, o a New York e in California.
L’influenza che ha suscitato la Santeria sulle usanze culturali cubane è forte ed intensa, anche nel mondo della danza e della musica, i generi come quelli afro-cubani per esempio, o nella Rumba, che è la danza più legata alle radici africane, ma anche nel Mambo, nella Salsa, risentono fortemente delle ritmiche e sincopate utilizzate nei raduni, o rituali, ad esempio l’uso di tamburi che servivano ad onorare il loro dio, o santo, il Changò, stessa lingua con cui ancora oggi si officiano i riti, la danza prende ispirazione dai riti d’origine Yoruba ed ogni santo ha un suo caratteristico movimento che lo contraddistingue dagli altri.
Il regime cubano considera queste espressioni artistiche un patrimonio culturale e le ha elevate a livello accademico, rivalutandone l’importanza, la santeria infatti rappresenta uno strumento che si contrappone al cattolicesimo, grazie anche a questo infatti sono diventati famosi nel mondo gruppi di canto e danze folkloristici, quali il “Conjunto Folklorico Nacional”, “Los Muñequitos de Matanzas”, “Yoruba Andabo” ed il compositore Lazaro Ros.
Per capire la Santeria cubana però occorre tuffarsi in Africa occidentale, laddove ha origine, ed immergersi nella cultura Yoruba, in quel culto dove gli antenati di ogni villaggio e in ogni famiglia, era radicata una propria religiosità. In quel tempo era solito assimilare le divinità alla natura stessa come un fiume o una montagna, assumendo ideali e fattezze antropomorfe, cioè attribuire caratteristiche e qualità che possiede un essere umano ad esseri animati o inanimati o a fenomeni naturali o soprannaturali.
Il termine deriva da due termini greci, (anthrōpos), “umano”, e (morphē), “forma”, ciascuna di esse sono simboli delle qualità e dei difetti umani, il pantheon Yoruba prevede una divinità creatrice e numerosi Orisha. Tutta la repressione degli schiavi che non potevano esprimere la loro religione animista, ha creato così un sistema perfetto, un culto sincretico che mescola due culture lontane e diverse, dando risposte. «Ogni divinità contiene al suo interno il principio del bene e del male». Come Oggùn, che per la loro cultura religiosa è la divinità del ferro e dei metalli, che viene presto assimilato a San Pietro.
Babalù Aye, divinità legata agli infermi e alle malattie, si sovrappone a San Lazzaro, Changò, divinità del fuoco e dei fulmini, della danza e della guerra, diventa Santa Barbara, Elegguà è il simbolo degli opposti e protettore dei viaggiatori, si assimila con Sant’Antonio da Padova.
Il Candomblé
Nel Nord America, dove i colonizzatori erano per lo più protestanti, la conversione degli schiavi che approdavano avvenne in maniera netta, nelle zone colonizzate da spagnoli e portoghesi, invece, avvenne in maniera differente, l’immigrato era costretto a battezzarsi, accogliere ed accettare la religione cattolica, gli schiavi africani assimilando quella che per loro era una nuova dottrina religiosa sovrapposero in seguito le proprie divinità ai santi cattolici, creando cosi una sorta di cattolicesimo politeista dissimulando di fatto una conversione che non è mai avvenuta, e così ancora oggi molti cubani non trovano alcuna contraddizione nel frequentare la Messa o un rito di iniziazione.
Il candomblé esiste da secoli e si è diffuso molto più velocemente dopo la fine della schiavitù nel XIX secolo, è una religione ampiamente sentita e partecipata, con seguaci che appartengono a tutte le classi sociali, e decine di migliaia di templi, o Terreiros.
Un recente censimento conta circa due milioni di Brasiliani, ben 1,5 % della popolazione, seguaci e frequentatori delle messe e dei rituali del candomblé, nella cultura brasiliana le religioni non sono sentite come per esempio succede nella nostra cultura, che spesso si ritiene esclusiva, per questo motivo molte persone che pregano abitualmente altre religioni, spesso partecipano a rituali del candomblé con regolarità, le divinità, i riti e le festività del candomblé fanno oggi infatti parte integrante del folklore brasiliano.
Magia Brasiliana e divinità : gli Orisha
Il candomblé si è sviluppato in Brasile dalle conoscenze dei sacerdoti e gli schiavi africani, che giunti nel Nuovo Mondo nel periodo che va dal 1549 al 1888, associarono il culto degli Orisha a quello dei Santi Cattolici, ancora oggi a ciascuna delle divinità del candomblé corrisponde una figura del culto cristiano: ad esempio la divinità Oxala, è associata al Dio della creatività e figlio della divinità suprema, Olorun corrisponde a Gesù, e a Omolu o Obaluiae, il dio guaritore delle epidemie, che corrisponde a San Lazzaro.
Gli Orisha hanno delle caratteristiche umane per questo piacciono e sono venerati fino all’estremo, le pratiche propiziatorie sono colme di passione, la venerazione passa attraverso attimi di trance e stati alterati di coscienza, Un rituale fondamentale è quello della possessione, in cui la divinità evocata entra nel corpo del fedele, uno dei pochi momenti in cui appare evidente la forte corrispondenza tra elementi naturali e perdita di coscienza, l’aumento dei battiti cardiaci, la sudorazione ed elementi propriamente culturali. L’estasi completa.
Per raggiungerla è necessario avere una profonda devozione, anche perché le religioni che vengono dall’Africa, a differenza di quelle di derivazione indigena, durante i riti non si prevedono l’uso di droghe. Tutto è giustificato dalla fede del credente, in compenso nello svolgimento dei rituali non mancano tabacco e rum, ma questa è solo un’ulteriore forma di sincretismo, queste pratiche religiose si adattano al territorio e alla società, ne sussegue una modernizzazione, per lo stesso motivo Oggùn, divinità del ferro, nel tempo è diventato il protettore di ferrovieri e dei poliziotti.
In queste religioni non esiste una struttura o una gerarchia che si sia riconosciuta, il sacerdote principale della Santeria è detto babalawo, il Babalawo ( che significa padre dei segreti ) è uno dei più importanti sacerdoti della religione Yoruba.
È molto potente, e le sue cerimonie segrete riescono ad evocare la divinità Orunmila. Il Babalawo è riconosciuto ” lo stregone più potente della magia africana” poi ci sono gli iniziati, che devono da prima, per essere riconosciuti, attraversare un rito di passaggio e dopo una morte rituale, segue poi un periodo di tempo in cui si diventa “il nulla”o definito “Tabula rasa”. È in questa fase che si imparano le complesse ritualità, le cantiche, ma anche il modo di cadere in trance e l’usanza di offrire sacrifici alle divinità.
Quando l’iniziato torna in vita anche le sembianze fisiche a volte possono risultare diverse, una rinascita che i credenti manifestano per esempio rasandosi i capelli, queste celebrazioni si eseguono in onore agli Orisha o agli Orixas (matrice Africana e corrispettivo sudamericano) e avvengono in occasione di nuove iniziazioni e in base al calendario rituale. Ecco come altri sincretismi e corrispondenze con il mondo cattolico, Lemanja divinità celebrata nel Candomblé a cui corrisponde Yemayà nella Santeria, protettrice del mare e madre di tutti gli Orisha, si sovrappone con la Vergine Maria, non a caso infatti viene festeggiata l’8 dicembre, come sopra citato con la danza e con l’uso di tamburi e movenze che sono presenti in ogni rituale.
Le percussioni hanno un ruolo centrale, a loro viene riconosciuto persino un ruolo divino, senza questi strumenti del resto, non si possono evocare le divinità durante le celebrazioni, le Divinità infatti si manifestano attraverso la danza accompagnata dal timbro dei tamburi.
Gli animali da offrire agli Orisha nei sacrifici sono scelti con attenzione, si tratta principalmente di polli e capretti, che vengono consumati dai credenti durante bacchetti rituali, gli Orisha venivano omaggiati con continue offerte spesso erano di erbe e vegetali, elementi che rappresentano il legame diretto che hanno con la natura, ciò nonostante le divinità si nutrono anche di sangue animale perché è ritenuto che «Il sangue è un elemento fondamentale e che abbia una concreta relazione e comunicazione».
Per questo aspetto, veniva allora come oggi considerato un gesto primitivo e crudele, in alcune aree del Sud America queste religioni (e la magia brasiliana) sono state a lungo perseguitate, dalla religione cattolica ma anche dalle protestanti. «Eppure i sacrifici in passato erano contemplati anche dalla religione cattolica». Gli animali da offrire agli Orisha sono scelti con attenzione, si tratta principalmente di polli e capretti, che vengono consumati dai credenti durante bacchetti rituali, in determinati contesti, per le persone che partecipano ai riti questa è l’unica occasione settimanale per consumare proteine animali.
A differenza degli altri culti dalle radici africane, qualcuno dice che la Santeria in magia brasiliana prevede solo l’uso di magia bianca. La storia invece offre un’altra prospettiva «Questa è una spiegazione dettata dall’ansia di essere riconosciuti» alcuni rituali propri del Vudù e della Macumba avrebbero un significato meramente simbolico, sono dei preparati che il sacerdote consiglia al fedele per avere un vantaggio nella vita, ma poiché quasi sempre, per raggiungere un obiettivo, bisogna superare la concorrenza di qualcuno, questi riti servono invece per danneggiare il proprio avversario, i preparati possono contenere vestiti, capelli o raffigurazioni del “nemico”.
Ma possiamo serenamente ritenere che queste pratiche sono prive di significati negativi, anche perché queste religioni hanno come unico fine la ricerca della felicità. Al contrario della dottrina cattolica, non ci sono comandamenti da seguire, il paradiso per loro è la terra, e non un posto fantasioso come sostiene la religione cristiana. La religione cristiana rimanda a una fede estrema, promette la felicità nell’Aldilà, queste religioni invece, lottano per raggiungere la felicità terrena, quella che tutti possiamo verificare e toccare con mano, l’obiettivo non può essere raggiunto a tutti costi, ci sono infatti regole sociali che tutti devono rispettare, un esempio dei più importanti è che “la realizzazione del raggiungimento della felicità di ciascuno non può mai passare attraverso l’infelicità degli altri”.
Umbanda
Dall’antico linguaggio dell’Angola africana, a umbanda o meglio enbanda, si asserisce il significato di Magia della guarigione, da uno studio più approfondito della lingua ebraica emerge un’altra ipotesi, che il termine umbanda racchiuda tutte le leggi della magia brasiliana.
Il termine e l’usanza prende il suo posto nella cultura religiosa nelle regioni del Brasile sintetizzando gli elementi di due religioni, quella africana e quella cristiana, è stata fondata dall’arrocco tra le credenze e le pratiche delle culture del candomblé con quelle dello spiritismo ed il cattolicesimo, considerata come una religione brasiliana per eccellenza l’umbanda unisce le tradizioni degli Orishas africani con gli spiriti di origine indiana.
«Il fine è la ricerca della felicità»